In queste ore che ci separano dal voto delle elezioni europee, voglio condividere con voi alcune riflessioni personali sulle prossime elezioni europee ed amministrative.

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La prima volta che votai fu alle elezioni politiche del 1994 con l’esordio della legge elettorale Mattarellum. Il clima elettorale era molto acceso: la “gioiosa macchina da guerra” guidata da Achille Occhetto si contendeva la scena con il “Polo delle Libertà” di Silvio Berlusconi.  Non ritenendo valide quelle proposte politiche, la prima per i contenuti, la seconda per le persone e i metodi, da liberale repubblicano votai convintamente per il “Patto Segni”, la cui coalizione “Patto per l’Italia” si impegnò su 5 punti programmatici (1) raggiungendo il 15% dei consensi.  I centristi, delusi dal risultato, con un leader in affanno, non essendosi dotati di un metodo politico inclusivo sciolsero quasi subito l’esperienza disperdendo le forze all’interno dei due poli maggioritari.

Oggi come allora con un salto all’indietro, siamo ritornati alla casella di partenza. “Scelta Civica” non è diventata quella forza liberal-popolare che abbiamo auspicato e, mancando la necessaria fase di dibattito congressuale, a livello nazionale si è appiattita sul Partito Democratico.

Le prossime elezioni però non possono ridursi ad una sentenza sulla politica interna, posticipiamo quindi eventuali giudizi.

Il 25 maggio siamo innanzitutto chiamati a recuperare lo spirito del manifesto di Ventotene perché “un’Europa libera è premessa necessaria al potenziamento della civiltà moderna di cui l’era totalitaria rappresenta un arresto”, così come oggi dobbiamo combattere  gli sterili populismi. In secondo luogo dobbiamo chiederci che tipo di Europa vogliamo, quali ideali desideriamo che vengano maggiormente rappresentati e, pur non condividendo il percorso che ha portato a “Scelta Europea”, ritengo che sia nel nostro Paese l’unica possibilità per rappresentate le idee liberaldemocratiche in Europa.

Il forte senso civico europeo e l’appartenenza all’area liberaldemocratica devono quindi prevalere sugli altri sentimenti.   E allora, come mi ha insegnato un amico,  che sia “Spes contra spem” (2), gettiamo il cuore oltre l’ostacolo, con la fiducia che non si disperdano le forze, che questo possa essere un ulteriore passo per organizzare anche in Italia un vero ampio partito politico, liberale e solidale, aperto e scalabile, radicato nella società civile.

Grazie a questo sistema elettorale che permette di scegliere le singole persone, ho quindi deciso che alle elezioni europee voterò SCELTA EUROPEA esprimendo le mie preferenze per autentici liberali, slegati da correnti, quali ENRICO MUSSO e GEMMA MANTOVANI (candidati nella circoscrizione Nord Ovest)

Inoltre, anche per le elezioni amministrative di Bergamo, ritengo di dover appoggiare e potermi spendere per sostenere la candidatura di un’autentica liberale di elevato spessore umano e professionale come SIMONA BONOMELLI candidata nella lista civica di TENTORIO SINDACO, la cui coalizione è composta da tutto il centrodestra.

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Brevi note:

1) i cinque punti programmatici del Patto per l’Italia del 1994:

  • “Il problema disoccupazione” da risolvere con “il sostegno alla ripresa della crescita”
  •  “il rilancio degli investimenti produttivi” con “la nascita e lo sviluppo di nuove imprese”
  •  “Il risanamento della finanza pubblica” con “il raggiungimento del pareggio della parte corrente”
  • Riforme istituzionali: dalla “stabilità dell’esecutivo”, alla “riduzione dello statalismo”
  •  In politica estera, rinnovata la fedeltà negli ideali occidentali con il “necessario contrasto allo spettro degli odi etnici, razziali e religiosi, vera minaccia agli interessi fondamentali dei popoli e degli individui”

2) “spes contra spem” tradotta letteralmente, suona come la speranza contro la speranza. Deriva da un passaggio da Paolo di Tarso (Lettera ai Romani, 4,18), in cui l’apostolo si esprime con riferimento all’atteggiamento dell’incrollabile fede di Abramo. La frase fu ripresa da Giorgio La Pira, che la utilizzò ripetutamente per sottolineare il proprio atteggiamento di fronte a chi dubitava o voleva contrapporgli la crudezza delle circostanze reali.

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