Cinque anni fa è nato un progetto dal nome evocativo, Italia Futura, nel quale ho deciso di credere a tal punto da assumere alcune posizioni di responsabilità all’interno dell’associazione, per portare un incubatore di idee e di progettualità sul mio territorio, quello bergamasco e lombardo. Allora la società civile era molto lontana dalla politica, era sugli spalti, quasi mai per fare il tifo, quasi sempre per criticare.

L’Italia è nel frattempo cambiata, gli elettori sono cambiati e, nonostante un elettorato che è diventato talmente liquido da non rimanere all’interno di rigidi sondaggi, il nostro sguardo ha riacquistato il luccichio di una flebile speranza. Grazie ad una nuova partecipazione l’offerta politica si è modificata e l’anno scorso è stato eletto il Parlamento con la più bassa media anagrafica e con il più alto tasso di politici esordienti.

Anche in queste amministrative appena concluse, si avverte il cambiamento d’aria ed è crescente la voglia di partecipazione, ma per costruire il domani, per costruire la nostra futura Italia, servono molteplici capacità: di leggere i fenomeni, di capacità di analisi, di saper comunicare, di condividere le migliori esperienze. Serve la volontà di costruire e se vogliamo essere i costruttori del futuro, abbiamo bisogno di metodo, di formazione, di confronto.

A differenza della Prima Repubblica, i nuovi politici non hanno a disposizione le giovanili di partito in cui formarsi o l’esperienza di giganti su cui sedersi. Per questo, nelle prossime settimane, senza comunicati stampa, nel silenzio di una foresta che cresce, vorrei far partire un nuovo progetto, un network da inventare in cui vivere un’esperienza di palestra politica.

Se vuoi partecipare, scrivimi oppure segui questo link https://www.gianmarcogabrieli.it/network-civico/

 

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