La liberalizzazione del commercio e degli investimenti a livello globale è stata per decenni uno dei motori principali di crescita e progresso sia nei paesi sviluppati che in quelli cosiddetti emergenti. I benefici del libero scambio sono stati messi in risalto da vari economisti nel corso dei secoli, da Adam Smith a David Ricardo agli studi di Heckscher-Ohlin e Marc J. Melitz. Dopo una lunga fase in cui ha prevalso l’approccio multilaterale, negli ultimi anni il congelamento del round negoziale di Doha all’interno del WTO ha stimolato la conclusione di accordi bilaterali a carattere preferenziale, nonché accordi di cosiddetta “nuova generazione” come quello concluso tra Unione Europea e Canada (CETA) e quello ambizioso in corso di negoziazione con gli USA: il TTIP.
Di recente però ci sono stati rallentamenti in questi negoziati, che hanno riguardato non solo il TTIP ma anche per esempio l’accordo di libero scambio tra UE e il Mercosur; rallentamenti dovuti soprattutto all’estrema politicizzazione dei negoziati e a un’opinione pubblica sospettosa delle “lobby” che possono influenzare il contenuto degli accordi e che mette sempre più in dubbio i frutti della globalizzazione. Noi riteniamo che, sebbene esistano delle criticità che vanno risolte, sia gli accordi di “nuova generazione” con gli USA e il Canada sia l’accordo con il Mercosur costituiscano importanti e rare occasioni di crescita per l’economia italiana e per l’economia della UE nel complesso. In particolare, la convergenza normativa (nel rispetto comunque della potestà di regolamentare nell’interesse generale) e la riduzione delle barriere non tariffarie oggetto dell’accordo con gli USA andrebbero a beneficio del sistema energetico e produttivo nazionale e di molte aziende esportatrici italiane, mentre le aperture previste nel settore dei servizi e delle professioni consentiranno una rinnovata movimentazione non solo di investimenti ma anche di persone e professionalità tra USA e UE.
E’ nostro obiettivo nei prossimi mesi contribuire al dibattito in Italia, in particolare sul TTIP ma non solo, fornendo al pubblico e soprattutto agli operatori economici un quadro più oggettivo e completo della posta in gioco e delle conseguenze di una mancata conclusione di questi accordi, ma anche illustrando i meccanismi di controllo e autorizzazione esercitati sia dal Parlamento Europeo sia dai singoli governi sui negoziatori. “Dove non passano le merci passano gli eserciti” resta per noi un motto sempre vero e valido anche nel complesso mondo di oggi.
Carlo Calenda (ministro dello Sviluppo economico), Alberto Forchielli (fondatore Mandarin Capital Partners),Alberto Mingardi (direttore generale Istituto Bruno Leoni), Alberto Pera (avvocato, consigliere di amministrazione Enel), Alberto Saravalle (avvocato, Università di Padova), Alessandro De Nicola (presidente Adam Smith society), Alessandro Ortis (senior advisor Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo), Andrea Goldstein (economista Nomisma), Carlo Alberto Carnevale Maffé (Università Bocconi), Carlo Stagnaro (ministero dello Sviluppo), Cesare Giussani (fondazione Luigi Einaudi), Daniele Capezzone (deputato Conservatori e Riformisti), Davide Giacalone (giornalista), Emanuela Banfi (presidente Fondazione Piero Varenna), Fabio Scacciavillani (capo economista Oman Investment Fund), Francesco Daveri (economista Università Cattolica),Franco Debenedetti (presidente Istituto Bruno Leoni), Giampaolo Galli (deputato Pd), Gianmarco Gabrieli(presidente di Libertà d’Impresa), Carlo Scarpa (professore ordinario di Economia Politica presso l’Università di Brescia), Gianmario Tondato Da Ruos (ceo Gruppo Autogrill), Giuliano Mussati (Università Tor Vergata), Giuseppe Benedetto (presidente della Fondazione Einaudi), Guido Gentili (giornalista), Irene Tinagli (deputato Pd), Lorenzo Infantino (Università Luiss), Marco Marazzi (avvocato), Pietro Ichino (senatore Pd), Riccardo Gallo (Università La Sapienza), Roberto Ricciuti (Università degli Studi di Verona), Salvatore Carrubba (Università Iulm), Salvatore Rebecchini (presidente Simest), Sergio Corbello (Associazione italiana private banking), Veronica de Romanis(economista), Chicco Testa (presidente di Sorgenia), Nicola Rossi (presidente del consiglio di sorveglianza della Banca Popolare di Milano)
Articolo pubblicato su Il Foglio il 3 Settembre 2016